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Tre topolini ciechi e altre storie (1950)


Una raccolta di nove racconti in cui la fa da padrone il primo, perché da questo poi nascerà uno dei testi teatrali più famosi di Agatha, appunto Tre topolini ciechi. Ed infatti è un racconto che sembra più un romanzo breve, non ha tra i personaggi nessuno dei suoi investigatori e ricorda, nella scelta del titolo di una filastrocca per bambini ma sopratutto nell’ambientazione claustrofobica, il bellissimo Dieci piccoli indiani.

In breve, una giovane coppia senza esperienza apre una pensione e si ritrova bloccata dalla neve insieme ad un possibile omicida nascosto tra i clienti, ma nessuno è quello che sembra ed il clima di sospetti arriva ad avvelenare anche il rapporto tra i due protagonisti. Dopo aver letto questo gli altri racconti, che si dividono da Poirot, Miss Marple e i redivivi Mister Quin  e Mister Satterthwaite, passano veloci e senza lasciare tracce particolari.

Quindi il libro va letto per Tre topolini ciechi, perché ormai Agatha ha sessant’anni e non dimostra solo il pieno della sua maturità, ma una sorprendete vivacità creativa nell’interpretazione di alcuni temi che hanno guidato la sua carriera, come l’interrogativo sull’identità, che qui esprime in modo alquanto felice.

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