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Salutando di Giacomo Balla


Giacomo Balla salutando 1908

Giacomo Balla prima di essere pittore d’avanguardia e futurista è un uomo sensibile, la storia della sua pittura comprende quadri intensi e malinconici che ritraggono la sofferenza umana, la difficoltà del vivere quotidiano, ma senza commiserazione o facile pietismo.

Ogni quadro di Balla racconta una storia complessa, profonda, mette insieme la causa e l’effetto delle cose, ed anche in un quadro come questo, intitolato “Salutando”,  costruito prima di tutto su una prospettiva architettonica, riesce ad inserire una  forte trama di corrispondenze visive ed emotive.

Le donne salutano andandosene, mentre i gesti delle braccia e la postura del viso assecondano la prospettiva dall’alto verso il basso che domina la composizione e assecondano, con il loro movimento,  quello dei gradini, veri protagonisti dell’opera.

Balla dipinge un’infinita teoria di gradini in marmo che salgono e scendono contemporaneamente, in un percorso curvo e sinuoso che fonde la profondità e l’altezza. Le donne scendono, come lo sguardo del pittore, che ci sembra quasi risponda al saluto con la mano, ma nello stesso tempo le scale in primo piano danno l’idea che si possa anche salire.

La bellezza dell’idea è quindi quella di rappresentare un ambiente chiuso ma nello stesso tempo infinito, dove il momento di un commiato è vissuto non come la fine di una visita ma come l’inizio di un altro momento della giornata, grazie anche alla luce calda che viene dall’alto, come da un ipotetico lucernario, che sfonda la verticalità per illuminare fino all’ultima rampa di quelle scale infinite, simbolo di una vita che ha sempre due direzioni, basta solo scegliere.

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