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Il bacio sul vetro di Veeres Zoltan


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Alle fiere di antiquariato si va per incontrare qualcosa di bello, molto spesso qualcosa che non puoi permetterti, ma che almeno in quell’occasione potrai vedere.

E proprio in una di queste fiere, in uno stand di un antiquario che non mi ispirava simpatia, ho visto un quadro che mi fa piacere condividere con voi di cui non conosco né titolo né storia, e ammetto, neanche il nome dell’antiquario che lo vende. Forte di questa incoscienza, ho però una foto che almeno vi darà un’idea di quello che ho visto.

Quello che ho visto è un grande quadro firmato “Veeres Zoltan” datato 1900, quello che mi è piaciuto, oltre alla tecnica, è la scena che rappresenta:  l’incontro fugace tra un falegname ed una donna che gli manda un bacio da dietro il vetro della finestra che trasmette a chi lo guarda una bellezza fresca e disarmante.

La cosa curiosa è che non sembra una scena d’amore, per l’evidente differenza di età del falegname, ma più il bacio scherzoso di una figlia che passa a salutare il padre in bottega.

La composizione è divisa in due piani, l’interno della bottega, scarno e disordinato, dominato dal tavolo da lavoro che taglia a metà la composizione, e l’esterno oltre la finestra rotta, composto da un fondo nero spaccato dal rosso dell’abito della donna la cui posa, con il palmo della mano aperto e poggiato sul vetro, diventa train d’union tra i due spazi.

L’anziano falegname è di tre quarti, proteso verso di lei, a seguire la linea obliqua che dalla sua schiena sale verso le spalle della donna e che taglia le linee orizzontali della finestra e del bancone su cui lavora.

I due personaggi quindi si incontrano e si scontrano insieme, si incontrano per la costruzione dell’immagine, le linee ideali che li uniscono, come quella degli sguardi che si incontrano, ma si scontrano per i colori, la pelle scura ed i vestiti grigi del falegname contro la pelle chiara e rosa ed i vestiti vivi di lei.

Il tutto è poi reso con una tecnica dalla pennellata pastosa e vibrante, ma sicura, in modo da restituire alle forme una luminosità mobile che le ammorbidisce e le arrotonda.

Questo quadro mi piace perché mette insieme tanti pensieri, prima di tutto tecnici, ovvero una composizione regolare, fatta su diverse profondità, ma sempre armoniosa, e poi emotivi, come esprime il dialogo dei colori, che si incontrano e scontrano come i personaggi, divisi da quel vetro anche se rotto, ma insieme uniti dallo stesso sentimento di affetto.

Guardando le labbra chiuse a boccuccia, il pensiero che però mi è piaciuto di più è stato quello della spontaneità del gesto, l’artista ritrae un momento intimo quasi rubandolo, eppure lo sceglie perché rappresenta quella dolcezza universale che non dovrebbe essere negata a nessuno: il segno di un bacio su un vetro che ricorda quanto sia importante non perdere mai l’occasione di esprimere il nostro affetto alle persone che amiamo e che non è detto ci saranno sempre.

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