top of page

Con la rosa tra le labbra di Ettore Tito


Ettore Tito - Con la rosa tra le labbra 1895

Ho già parlato di Ettore Tito e raramente parlo di uno stesso artista due volte, ma ogni regola ha un’eccezione che in questo caso è “Con la rosa tra le labbra”, dipinto del 1895 pieno di intima freschezza. Credo di essere attratta da quell’aria spensierata che guida tutta la composizione: una giovane che tiene un bocciolo di rosa tra le labbra incurante delle spine che potrebbe avere, la rosa metafora della bellezza della vita, del desiderio, della caducità delle cose. I colori tenui e la luce calda e morbida suggeriscono una sensazione di tranquilla sollecitudine, la nostra protagonista è in posa, ma non lo sarà ancora per molto, tra poco diventerà impaziente di fare altro, raggiungerà quello che guarda.

Proprio quella posizione di profilo suggerisce un distacco dalle cose e racchiude gran parte del fascino della composizione. Noi guardiamo ma non abbiamo nessuna possibilità di contatto con questo volto,  con questa storia, possiamo solo ammirarla, ma non in senso voyeuristico, bensì in un atteggiamento di meritata ed aperta contemplazione.

La brillantezza dei capelli, così mirabilmente scuri ma nello stesso tempo morbidi, aumenta la mobilità della composizione. Raccolti in una capigliatura che richiama l’antico ma nello stesso tempo scomposti quel giusto per renderli leggermente disordinati e per questo “informali”, rappresentano una parte importante del fascino del quadro insieme all’incarnato tenue, che però si stacca nettamente dal fondo. E proprio il fondo, indefinito, ed il taglio della composizione, alla base del collo, potrebbero far pensare ad uno studio, ma l’opera possiede una serie di caratteri di finitezza che la rendono completa.

Mi piace guardare questo quadro perché racchiude la semplicità della bellezza, racconta quel momento in cui ci accorgiamo che basta poco per trovare il bello, che anche l’attesa della felicità può essere considerata un modo di viverla.

Ettore Tito qui mi ricorda che il pensiero è anche leggero, leggero come un bocciolo di rosa, ma che è meglio portarla tra le labbra con un po’ di attenzione, perché non è detto che ci non siano le spine.

Spine che racchiudono nel piccolo pericolo di essere punti il piacere del peso dello stelo, perché sappiamo che basta un movimento e tutto può sfuggire, la rosa cadere, la bocca farsi male.

bottom of page