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Vigilia di mezza estate di Edward Robert Hughes


Edward Robert Hughes notte di mezza estate

“Sogno di una notte di mezza estate” è una delle commedie più strane di William Shakespeare. Una favola un po’ crudele che mette insieme il mondo delle fate della tradizione inglese e quello degli uomini, in una sorta di dicotomia tra le diverse facce dell’amore.

Edward Robert Hughes, inglese come Shakespeare, nel 1908, dipinge un quadro che ci fa venire in mente quell’opera teatrale, ma nello stesso tempo se ne discosta, perché racconta solo l’incontro di una bella fanciulla con il popolo delle fate, appunto alla vigilia della “mezza estate”.

L’ambientazione notturna permette di costruire tutta la composizione sulle luci magiche che illuminano le piccole creature incantate, disposte a cerchio, come fossero ombre mobili. Al di fuori del cerchio un bosco buio dove si intravedono alberi e prati illuminati dai raggi della luna.

La scena è quindi un incontro gioioso, la giovane si tiene il vestito mostrando i piedi nudi nell’erba in un gesto vezzoso e nello stesso tempo timido, con il flauto che forse poco prima ha usato per attrarre le creature stretto sotto un braccio, mentre si protende in avanti per ascoltare il coro eccitato del piccolo popolo che si sveglia nelle notti tiepide e calde per festeggiare.

La bellezza dell’immagine nasce dall’equilibrio tra composizione, movimento e colori. La circolarità si muove infatti salendo verso l’alto grazie alla resa della luce sull’incarnato della ragazza, reso perno del movimento, mentre i colori sono caldi e luminosi insieme.

Le lanterne magiche fatte di fiori che si illuminano, racchiudono tutto l’incantesimo che si voleva raccontare, mentre l’erba sottile ai piedi della giovane rappresenta un dettaglio naturalistico pieno di vitalità.

In un momento in cui le avanguardie si fanno strada nell’immaginario europeo Edward Robert Hughes rimane ancorato ad una visione romantica di qualche decennio prima e rappresenta, con deliziosa precisione, un sogno legato all’infanzia e alla tradizione, ad un modo di vivere che sembra destinato inesorabilmente a scomparire.

Eppure, in un mondo che si sta preparando ad affrontare la sua prima Guerra Mondiale, questo quadro ormai “vecchio” per il suo tempo racchiude un messaggio dolce e positivo: le piccole creature fantastiche di Hughes danzano nel bosco notturno per donare la speranza che ci sia qualcosa oltre quello che vediamo ogni giorno, che non tutto sia spiegato e spiegabile.

Guardando la ragazza, forse magica anche lei, che ha avuto il coraggio di avventurarsi nella notte per incontrare il proprio sogno, non possiamo non pensare che non bisogna arrendersi alle brutture della vita, bisogna sempre lasciarsi un angolo dove sognare che nel bosco, la notte, ci sia altro oltre al fruscio del vento e agli animali selvatici, ci sia un luogo magico, dove le fate danzano perché sono nate per fare quello e per darci la speranza che esistano.

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