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Nature morte e fiori di Jaume Morera


Jaume Morera (1854 - 1927), Bodegones y flores

Cercavo qualcosa che mi parlasse di bellezza e speranza quando mi sono imbattuta in questo quadro del pittore spagnolo Jaume Morera. Realizzato nella seconda metà dell’Ottocento, ritrae un gruppo di gigli bianchi in primo piano ed in lontananza una chiesa con le lapidi di un piccolo cimitero.

Interessante è l’interpretazione del tema “natura morta” perchè, di solito, i quadri che le rappresentano  ci mostrano la spesa di una casa seicentesca: frutta, verdura, carne, pesci, oppure fiori recisi e non un paesaggio. Qui invece la morte è evocata dalle forme in secondo piano, che si scontra con la vitalità dei gigli il cui il bianco squarcia il verde delle foglie.

Non sono fiori fragili questi gigli, hanno steli dritti e foglie spesse, petali grandi e aperti con decisione verso chi li guarda, mentre il contorno del paesaggio desolato, fatto di ombre più o meno compatte, mentre sfuma nella lontananza diventando un monito quasi sospirato.

La via sterrata accennata in un angolo suggerisce un percorso che costeggia la macchia di verde per poi arrivare nell’oscurità. Così il pittore sembra ricordarci che la morte è una parte inevitabile della nostra esistenza, la dobbiamo incontrare per quanto cerchiamo di evitarla, ma proprio su quello stesso tragitto incontriamo anche la vita, anche lei obbligatoria e ineluttabile.

E se pure siamo costretti a camminare, possiamo comunque fermarci un attimo e perderci dentro quei gigli, dentro la loro luce e bellezza, perché se è vero che dietro di loro abbiamo la collina buia e le lapidi, non è detto che anche quello non sia il punto di un viaggio che andrà oltre, magari su una strada circolare che ci riporterà dai gigli.

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