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La forza del lampo di Vorobyov Maxim Nikiforovitch


Vorobyov Maxim Nikiforovitch_Quercia colpita da un fulmine_1842

La natura nel suo aspetto più imprevedibile: la caduta di un fulmine che squarcia la tenebra con la sua luce improvvisa. Il fulmine come un taglio nel buio, una ferita che colpisce una quercia e la divide in due mentre un personaggio, nell’ombra, si allontana con concitazione.

Il pittore rende reale l’episodio inserendo una figura umana, uno spettatore, che potrà raccontare la furia della natura, il terrore di un evento inaspettato, fortissimo e pauroso, davanti al quale non c’è altra azione che la  fuga.

La suggestione della scena notturna è animata dalla scelta di creare attorno ad un evento drammatico la rappresentazione degli elementi primari, primo fra tutti l’aria, che costruisce un paesaggio in profondità, anche se in forma di nubi e di vento, fatto di piani e linee diagonali che si intersecano e creano insieme la storia e lo spazio.

Ma la vera bellezza della scena nasce dalla luce tirata fuori dal buio grazie al bagliore del lampo, che si muove sottile e pallido, mentre si blocca l’attimo come nel momento in cui si trattiene il respiro, come davanti ad una rivelazione, ad un’idea improvvisa.

L’artista russo Maxim Nikiforovitch, ci regala, nella metà dell’Ottocento, un piccolo gioco virtuoso, che parte dalla rappresentazione della luce dove non dovrebbe esserci, ovvero nella notte, ed arriva a parlare del sapore elettrico dello stupore, della forza e della bellezza dell’attimo inaspettato.

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