Le immagini provengono sempre da altre immagini, che siano reali o frutto di una fantasia che comunque media altre immagini, sta di fatto che niente ha origine dal niente.
Così, nel tempo, le parole sono diventate libri, i libri affreschi e quadri, poi fotografie che a loro volta sono ritornate quadri ed ora il cinema trova spazio come fonte di un immaginario pittorico.
Alice X. Zhang rappresenta una scena del film “The Prestige” in cui Tesla, inventore geniale veramente esistito, mostra al protagonista, personaggio invece immaginario, il suo progetto della diffusione dell’elettricità composto da diafane lampade piantate a terra che illuminano una notte innevata.
La pittrice prende ispirazione da un fotogramma e lo “ricostruisce” modificandolo secondo una sua visione poetica in cui la luce dell’uomo, chiara e potente, si fonde con quella delle stelle, fioche ma vitali. In una tavolozza di colori freddi i due uomini, restituiti come delle piccole sagome che fanno indovinare l’azione, assistono al miracolo dell’elettricità che illumina la notte ma non la squarcia, come a ribadire che la sua natura “artificiale” la rende limitata.
Eppure l’effetto potrebbe essere quello di una prospettiva ribaltata in cui le lampade diventano il cielo e viceversa, ma la presenza delle figure umane restituisce la direzione dello spazio e la verità della composizione.
Questa opera è un piccolo esempio di come l’ispirazione provenga da luoghi di altra ispirazione, e come possa poi trovare sempre una strada tutta sua per raccontarsi, passando magari attraverso uno schermo ed un pennello per poi arrivare agli occhi di chi guarda entrambi proprio come un “prestigio”, ovvero un gioco “magico” in cui è il mago stesso che decide cosa vedrà lo spettatore.
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