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Lo sguardo della Dea, la Dea Roma di Igor Mitoraj


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Roma è una città dove è facile sorprendersi. Ogni angolo racconta una storia che spesso non ci si aspetta, come l’incrocio di ponte Risorgimento con Piazza Montegrappa, dove, tra le foglie di un giardino artificiale ma volutamente selvatico, un volto monumentale scruta la città e i suoi abitanti.

La Dea Roma di Igor Mitoraj guarda con uno sguardo senza pupille insieme la città e il tempo, oltre il traffico e i passanti distratti, mentre l’acqua, troppo poca per farla sembrare una fontana, troppa per essere solo lacrime, ne solca il viso esprimendo insieme la vita e la solitudine, il tempo che scorre ed insieme pulisce, mentre porta lontano quello che non si vuole ricordare.

Igor Mitoraj sintetizza nella grandiosità del corpo frammentato la potenza della romanità ed insieme il mistero delle sue origini divine, utilizza il travertino per esprimere i colori e la materia che l’hanno resa immortale mentre la composizione del giardino che la circonda ripropone l’ancestralità del bosco sacro, sede dei riti e dei misteri che l’hanno resa grande.

In un incrocio del caos cittadino, fatto di macchine, rumore, gente distratta, la statua racchiude un silenzio composto, potente, che si trasmette a chi la guarda. Se ci si ferma e la si osserva ci si ritrova, infatti, a camminare nel tempo della Dea ed insieme nel tempo della propria vita, sorpresi dalla semplice forza della grandezza, dalla compostezza del dialogo degli elementi, acqua, pietra, natura, e dall’eternità che si nasconde in essi.

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