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La scommessa dell’amore – Ilya Efimovich Repin


Una coppia che affronta le onde, che si immerge nel mare in tempesta fino alle caviglie, che si tiene per mano, si guarda e sorride.

Il titolo di questo quadro del 1903 del pittore russo Ilya Efimovich Repin  è “Che libertà”, un’esclamazione che sembra uscire dalle braccia spalancate dell’uomo come un  gesto, appunto, liberatorio, che deve superare il rumore fragoroso del mare.

Qui i personaggi si liberano non solo della paura di essere portati via dalla forza dell’acqua, ma anche di rompere le convenzioni, di compiere un atto sconveniente, come bagnarsi i vestiti in pubblico e fare un gesto un po’ pazzo e pericoloso.

Lui sembra dire “Si può fare!” mentre la guarda, “Ti sto dimostrando che insieme anche il mare in tempesta non può farci male, basta che mi tieni la mano, mi guardi e sorridi”. Un dialogo immaginario che nasce dagli sguardi, dalla forza compositiva che contrappone i corpi alla furia di una natura tutta acqua e vento, costruita con un movimento potente ma morbido ed ordinato.

E’ un’immagine tenera che fonde due temi: la marina realizzata con indubbia bravura e la scena romantica che parla dei fondamenti dell’amore. Un amore che è porsi verso l’altro con fiducia, trovare il coraggio di una scommessa nella stretta di due mani ed insieme scoprire quello che ci manca senza vergognarsi di farlo vedere.

Un amore che è certezza di potersi abbandonare, gioia di condividere il momento, è vedere, proprio perché si è insieme, tutto come possibile, leggero e strepitoso.

L’acqua che non fa più paura perché non si è soli ad affrontarla, il vento che vorrebbe rubare il cappello ma non sarà abbastanza forte, e la gioia elettrica di un momento da ricordare, uno di quei momenti d’azzardo che solo l’amore regala.

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