A Natale la notte avvolge gran parte delle nostre giornate. Giornate segnate da una battaglia silenziosa della luce artificiale contro questo buio scontroso che ci circonda come a voler inghiottire la vita.
Georges de la Tour, nella sua Natività, ci regala una metafora di questa luce che lotta contro l’oscurità. Dio, nella figura di un neonato pacifico e addormentato che niente sa della vita e nello stesso tempo comprende tutto, nasce nel momento più buio per l’uomo e rischiara le tenebre per portare il suo messaggio di pace e amore.
L’immagine della fiamma della candela è stemperata dalla mano della compagna di Maria che la copre e la rende così fonte di luminosità diffusa, equilibrando le figure in modo da creare un’immagine di chiarore circolare intorno ai volti dei tre protagonisti.
Questa immagine rappresenta così il significato che per me ha il Natale, ovvero come il momento più profondo della notte in cui però una piccola speranza, espressa da un bambino che viene al mondo, ci ricorda che la luce ritorna sempre, soprattutto quando non crediamo sia più possibile.
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