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Chagall. Sogno e Magia. Mostra a Bologna


Fino al 1 marzo 2020, Palazzo Albergati di Bologna ospita una mostra dedicata al Marc Chagall, artista poetico e magico che fa del sentimento e del ricordo le cifre stilistiche del suo lavoro.

Ho già parlato di Chagall, e questa mostra si propone, con successo, di raccontarne l’essenza, partendo dalle radici ebraiche, per soffermarsi poi sulla fusione tra la cultura russa e occidentale, passando dalla sua passione per la letteratura che approda alla sua visione dell’arte intesa come racconto dell’amore, un amore universale ed insieme personale.

Il racconto dell’uomo si snoda in 150 tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni inseriti in un allestimento sensoriale e visivamente equilibrato, che coinvolge lo spettatore nelle giuste proporzioni e lo accompagna alla scoperta dei sentimenti di Chagall.

E se il sentimento è quello che guida il percorso, lo fa attraverso il rapporto con i letterati e i poeti, il senso del sacro e la profonda religiosità che si riflettono nelle creazioni ispirate alla Bibbia, l’interesse per la natura e gli animali e le riflessioni sul comportamento umano che nel mondo del circo trovano una metafora gioiosa e movimentata.

La grande cura nell’allestimento aiuta così ad affrontare un percorso vario e complesso ma soprattutto accompagna lo spettatore in un crescendo emotivo che ha il suo culmine nell’ultima sezione che ospita i dipinti con protagonisti Chagall e la moglie Bella.

Qui l’artista racconta con un una delicatezza struggente il ricordo dei suoi momenti d’amore. I suoi innamorati si baciano all’ombra di un mazzo di fiori o al chiaro di luna protetti da un asino blu. Mentre ne Le Coq violet, il gallo viola, questi assiste alla scena ambientata nell’arena di un circo affollata da saltimbanchi dove una sposa galoppa attorno alla pista su un destriero verde mentre un arlecchino le porge dei fiori.

Simboli che si fondono con i ricordi, a loro volta purificati dall’immaginazione del pittore, che sceglie accuratamente i momenti che meritano di essere rivissuti ed eternati nella pittura. Così la scelta accurata del momento è quella che più scuote l’animo di chi guarda i suoi dipinti, perché si sente partecipe senza filtri di un mondo interiore intimo e perfetto, costruito dal desiderio di rivivere il meglio del proprio passato per trovarvi la forza di affrontare il presente.

E questa mancanza di visione del futuro è forse la causa della malinconia struggente che mi attanaglia ogni volta che guardo un quadro di Chagall, perché mi rendo conto di quanto sia senza speranza la sua visione della vita, di come sia fatta di una sorta di rassegnazione.

Il passato in Chagall non ha appello, rappresenta un mondo finito e chiuso, ciò che è stato non potrà più riessere e la sua unica speranza di volare di nuovo e di vivere di nuovo l’amore, la leggerezza della felicità, è rappresentare quei sentimenti nella sua pittura: l’unico mondo dove tutto è possibile almeno nei limiti della tela.

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