Lo spirito del Natale è subdolo, non c’è niente da fare, basta che ti distrai un attimo e zac, decide di prendere il sopravvento, ti porta a fare cose inaspettate e soprattutto sentimentali. Tipo il presepe. Quando parliamo di presepe viene spontanea la domanda di Natale in casa Cupiello: “Ti piace il presepe?” Ma le risposte non sono mai concordi.
Per alcuni l’accozzaglia di statuine distribuite in modo più o meno causale in un angolo di casa è necessaria per lo sviluppo psicofisico dei bambini ed il mantenimento dell’identità culturale, per altri invece è deleteria per la libertà di pensiero ed espressione del consumismo. Io penso che sia assolutamente divertente, oltre che tradizionalmente imprescindibile, quindi anche in casa mia non può mancare.
Ma quando si decide di fare il presepe per la prima volta nella propria nuova vita ci sono delle decisioni di “metodo” che vanno prese subito. Prima di tutto la scelta della statuina. Queste saranno gli oggetti che ci porteremo dietro per i prossimi trent’anni, sappiamo che cambieremo casa, cambieremo città, magari lavoro, ma il primo presepe ce lo porteremo dietro finché i nostri nipoti non lo disperderanno con esperimenti sulla gravità o l’infiammabilità della plastica. Quindi va accettata una verità assoluta: non è vero che tutte le statuine sono uguali.
Devono corrisponderci. Dimensioni, materiale, forme, devono rappresentarci in qualche modo. C’è chi preferisce investire in una sacra famiglia stile settecento napoletano mentre altri si accontentano di quei presepi di origine cinese dipinti tutti a macchie, in cui effettivamente gli occhi sono sospettosamente a mandorla. C’è chi compra tutta la struttura del presepe già fatta e chi invece una quantità allarmante di calce, tegole in miniatura, cartapesta e cartoni per dedicarsi alla realizzazione del proprio scenario personale.
Uno dei punti fondamentali è però, nella definizione dello scenario, la posizione nei confronti del muschio: fresco o secco?
Il secco ti dà la sicurezza dell’igiene, niente terra con la possibilità di beccarsi il tetano, niente abitanti del bosco che arrivano clandestini a casa tua e decidono di uscire dal verde magari la sera di Natale mentre posizioni il bambinello.
Ma il fresco ha tutta un’altra allure. E’ magari il frutto di una spedizione dedicata in campagna, comprensiva di passeggiata, rimane di un colore vivo che fa proprio natura vera, ha un bel profumo di bosco che almeno copre quello della cantina che ha l’albero finto.
Quindi ci sono quelli che accettano di rischiare l’intruso in casa pur di dare al proprio presepe un aspetto magico, e quelli che invece decidono per la sicurezza e neanche prendono il muschio secco, si accontentano della carta finto prato e di qualche sassetto buttato qua e là.
Altra decisione fondamentale è quella temporale: quando si posiziona il Bambino? Anche qui la pazienza e il sentimentalismo fanno la differenza. C’è chi lo fa nascere prematuro perché non vuole lasciare il Bambino in un portacenere per venti giorni e chi invece lo posiziona in diversi punti della casa, facendolo avvicinare, insieme ai Re Magi, fino al grande momento. In questo caso il valore dell’attesa è quello che fa girare l’idea del Presepe, come l’attesa dei Re Magi, che alcuni comprano addirittura di varie misure, in modo da simulare l’avvicinamento prospettico dei personaggi, man mano che si avvicina il 6 gennaio.
Importante è la scelta del luogo dove si costruisce la rappresentazione, bisogna infatti scegliere un luogo vicino ad una presa di corrente per posizionare almeno due lucine e magari una fontana con scorrimento dell’acqua, ma soprattutto irraggiungibile dagli animali domestici.
Dovete infatti sapere che spesso il muschio, la calce, le rocce, hanno un fascino irresistibile per esempio per i gatti, che devono lasciare il segno del loro passaggio, come possiamo dire “marcare” il luogo, devastando magari il lavoro di una giornata, oppure dormici dentro, possibilmente scalzando tutta la sacra famiglia e posizionandosi dentro la capanna.
Quindi, se avete animali, niente posti bassi o facilmente raggiungibili. Questo varrebbe anche per i bambini, che potrebbero trovare nel muschio un nuovo alimento e decidere che l’agnello potrebbe essere saporito anche se di plastica e non come omogeneizzato.
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