Qualcuno diceva che non esistono donne brutte, esistono solo donne pigre. Ebbene, io sono pigrissima. Non posso pensare di passare più di quattro minuti di orologio a truccarmi, dimentico sempre la crema idratante dopo il bagno e non mi faccio mai bene le sopracciglia perché fanno un male cane.
Nonostante questo, se mi si vede da lontano, la mia porca figura la faccio. Certo, bisogna guardarmi da lontano.
Nonostante questa pratica di vita scellerata però anche io ho dei sussulti di dignità che mi portano a spendere l’equivalente del PIL di un paese di media grandezza in creme, trucchi e accessori che uso meno dei quattro minuti quotidiani dedicati al trucco. Sono una donna, devo spendere in cose superflue, è genetico.
In una di queste occasioni ho deciso di fare un passo avanti, di rivolgermi ad una professionista che mi potesse consigliare, ovvero ad una mia amica che è, per sua stessa definizione, l’enciclopedia Treccani delle creme.
Volevo un fondotinta, perché io il fondotinta non lo metto da circa tre anni, quindi ad un certo punto ho pensato che forse avrebbe aiutato a coprire qualche macchietta che mi aveva lasciato il sole estivo. La convinco quindi ad accompagnarmi in profumeria, e così scopro il mondo delle polveri minerali.
Le polveri minerali sono delle polveri come cipria, prodotte non so come, presumo dai minerali appunto, ma colorate, che vanno distribuite sul viso con un apposito pennello dal nome che suona come una spada da samurai giapponese e che non riesco a pronunciare, figurarsi a scrivere. La spada/pennello va passata sul viso attraverso un rapido movimento rotatorio che fa appunto sciogliere la suddetta sostanza.
Nonostante lei fosse esperta, la mia amica ha preferito che ci rivolgessimo ad una commessa, che ha tirato su una nuvola di polvere simile a quella della caduta di una frana e mi ha indicato “la nuance più adatta all’incarnato” e spiegato i movimenti rotatori del pennello, della mano e del polso.
Naturalmente la polvere è inseparabile dal suo pennello, che sarà suo per sempre. Su questa cosa sono state molto chiare sia la commessa che la mia amica, non mi azzardassi ad utilizzare il pennello con qualche altra cipria, altrimenti sarebbe potuto accadere qualche cosa di terribile e irreparabile. Su quale tragedia però non sono state chiare, sembrava una minaccia di catastrofe naturale, forse sarei venuta a macchie, o il pennello si sarebbe spelato, comunque qualche cosa di disastroso. L’oggettino indispensabile costava 25 euro, ma io ancora non lo sapevo, quindi mi lasciai travolgere per un attimo da quell’aria profumata, da quei colori che mi ricordavano una cartoleria, e allungai la mano verso un espositore molto carino dove mi occhieggiava, simpatico e apparentemente anche abbastanza economico, un lucidalabbra.
Soppesai la consistenza del barattolino microscopico e diedi un’occhiata alle proprietà enunciate sull’espositore, mi prometteva labbra morbide, naturali e al sapore di frutta. Non sarebbe stato male sapere di albicocca. Mi rivolsi quindi alla mia fidata amica e le chiesi un parere, ma formale, credevo che non avrei trovato riscontri negativi. Lei soppesò il lucidalabbra con una coscienziosità che non avevo io, lo fissò attentamente facendoselo girare tra le mani e si concentrò su un punto della confezione. Iniziò a scuotere la testa e poi espresse il parere:
– No, non esiste proprio. Qui c’è il PETROLATUM!
– Caz… il PETROLATUM? – scandii io non avendo la minima idea di cosa fosse, ma il tono era inequivocabile, era cattivo. Scossi la testa in segno di assenso incondizionato e poi le chiesi – Scusa, e cos’è?
– Ti vuoi mangiare il petrolio? – fu la risposta determinata della mia amica.
– Magari anche no.
– Ecco, qui c’è il PETROLATUM che è un derivato del petrolio, lo usano per fare le gomme, ti vuoi mangiare la plastica?
Non servì altro, presi il barattolo così carino, innocuo, allegro, e lo rimisi sul suo espositore.
Vista la mia palese delusione la mia amica intervenne subito a rassicurarmi.
– Guarda, se vuoi un lucidalabbra andiamo o in farmacia o in erboristeria, ti faccio vedere io cosa devi prendere, ma devi stare attenta, li riempiono di schifezze questi prodotti!
La prospettiva dell’erboristeria era sicuramente più rassicurante, anche perché i colori intorno a me si spensero di colpo, tutto divenne grigio e quel paese dei balocchi assunse un’aria un po’ tetra, piena di trappole e delusioni. Così decisi che per quel giorno bastava il pennello magico e la polvere misteriosa per salassare il mio portafogli.
Dopo essermi ripresa dalla notizia che il pennello costava ben 25 euro, considerata conclusa la missione decidemmo di tornarcene alle rispettive dimore. Al momento dei saluti la mia amica tirò fuori un rossetto bellissimo, lei ha sempre rossetti bellissimi e labbra che invidio da morire, e si sistemò perché le sentiva secche.
Io non resistetti, indicando il favoloso trucco che in quel momento volevo anch’io chiesi:
– Questo non ce l’ha il PETROLATUM vero?
Lei mi guardò come non avessi capito niente fino a quel momento e mi fa:
– Amore, non lo so, molto probabilmente si, ma è Chanel!
Non c’era niente da aggiungere.
Presi il mio autobus sentendo il peso della mia bustina da 50 euro lungo il fianco e compresi come, ancora una volta, non avessi capito niente!
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