Complice un maggio novembrino, tutti i grandi problemi della stagione estiva sono stati rimandati fino ai primi di giugno, ma quest’ultimo non è stato così clemente e senza frapporre altri indugi, ha deciso che era ora di mostrarsi in tutto il suo splendore partendo in quarta con temperature di 30 gradi senza darmi il tempo di togliere i calzini.
Così mi ritrovo catapultata nell’estate senza un minimo di riguardo, con le maglie di lana ancora ammonticchiate negli armadi e la pelle pallida e molliccia che si accompagna al dubbio che i tre mesi di palestra fatti con tanto impegno non serviranno a superare la prova costume.
Ma non finisce qui: non possiamo limitarci a dire che il problema dell’estate sia solo il caldo, bensì ritengo che il vero problema siano le aspettative.
Arrivati a questo punto dell’anno, infatti, non si fa altro che aspettare il weekend per andare fuori, organizzare qualcosa che implichi l’idea di una vacanza lampo e soprattutto aspettare le vacanze vere, sempre troppo lontane e sempre troppo corte. A meno che tu non sia uno studente, un genitore fortunato che lo porta al mare o un insegnante, allora è un’altra storia.
Così si studia il calendario cercando di capire dove posizionare un weekend che permetta di credere che la vita possa migliorare, ma non trovi niente che metta insieme la tua voglia di tranquillità, di mangiare bene e di spendere poco.
E quando non si riesce a trovare un luogo che soddisfi tutte le tue esigenze a 80 km da cas,a si inizia a ragionare su cosa si potrebbe fare stando, appunto, a casa.
Si parte dall’idea dell’Arena la sera, il cinema all’aperto ha sempre un grosso fascino, dà l’idea di stare in vacanza al paese, non fosse che poi ci si ritrova circondati da ragazzini urlanti, anziani con i panini e soprattutto zanzare, regine incontrastate di ogni serata all’aperto.
Quindi si inizia a cercare una piscina. Che detta così sembra facile, invece è uno dei punti di aggregazione infantile più diffusi per quelli che hanno i genitori che lavorano e non possono mandarli al mare tre mesi. Così trovare una pozza che contenga il giusto equilibrio tra silenzio e refrigerio è impossibile.
A questo punto si pensa che la cosa migliore sia il proprio divano, arricchito da gelato e popcorn mischiati insieme, mentre Netflix gira talmente a manetta da bruciare lo schermo. E anche se questa pratica di gestione del tempo apparentemente pare apportare sollievo, può avere qualche effetto collaterale indesiderato, tipo un insano desiderio di affettare il prossimo o un improbabile sentimento d’amore per i draghi.
Così ci ritroviamo a fissare l’armadio che va rimesso in ordine, il freezer che va sbrinato, gli scaffali che vanno puliti e la lavatrice che chiede di essere riempita per poi continuare il suo ciclo infernale di lavare, stendere, stirare, ovvero la quotidianità si mangia velocemente tutte le nostre velleità vacanziere.
Eppure non bisogna smettere di lottare, bisogna continuare a sperare nell’arrivo di un weekend al mare, nell’organizzazione di una festa sul terrazzo e nella giornata al lago, perché sarà proprio quell’attesa a farci passare l’estate e in un baleno toccherà ritirare fuori i maglioni e la carta da regalo per i pacchi di Natale.
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