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Pazza l’idea ovvero che ci si innamora a fare?


Essere innamorati e ragionare sono due azioni che non possono stare nella stessa frase. Converrete infatti con me che quando si è innamorati si fanno le cose più insensate e si raccolgono le figure più barbine.

Partiamo dal tema “dichiarazioni”. La classica scritta sul muro é di recente passata sul marciapiede, ma spesso davanti alla casa sbagliata. Succede, infatti, che il palazzo della morosa sia due portoni più avanti ma nella foga di avere spazio per scrivere una frase che si è pensato per tre giorni si parte troppo indietro e, alla fine, ci si accorge di averla scritta davanti al citofono di una serie di sconosciuti.


Oppure dichiarazioni fatte a fianco di un cassonetto della spazzatura perché all’improvviso, in quell’istante, si è trovato finalmente il coraggio di dire i propri sentimenti e solo circa a metà del discorso ci si accorge che quel tanfo a sinistra non permette di mantenere una grande concentrazione sui discorsi.

Per non dire le parole che si dicono, cose che a pensare di averle pronunciate anche solo due ore dopo ci si seppellirebbe. “Ti amo e basta“. Va bene, ma che vuol dire? Cioè, anni e anni di scuola, università, canzoni di Jovanotti, poesie di Pedro Salinas e dalla bocca ti esce “ti amo e basta“?

Spiegare a parole tue perché il citrullo che hai davanti sarebbe tanto meglio degli altri citrulli che incontri tutti i giorni non sarebbe più dignitoso? Te la passo giusto perché tre volte su quattro non ricambia il sentimento  e potrebbe risponderti: “fatti tuoi”, ma é troppo gentile per farlo. Quindi non vale la pena sprecarsi oltre.

I discorsi a voce però hanno il pregio di passare in fretta, di confondersi tra i ricordi, mentre le e-mail restano, nero su bianco. Un errore stratosferico è, nell’era del digitale, l’invio di materiale scritto che, per la sua natura permanente, dà la possibilità del rinfaccio non solo di immancabili refusi ed orrori di ortografia, ma dello slancio che si mette nelle frasi.

Il rinfaccio classico é quello di non aver mantenuto le promesse d’amore e sentimento che sono disponibili non solo sul vassoio della stampante, ma anche nelle e-mail di parenti e conoscenti a cui sono state inoltrate per conoscenza. Dovrebbero inserire una funzione in cui se si usa il verbo amare più di due volte all’interno di un’e-mail questa viene cancellata, mentre al mittente si manda una risposta in automatico che dice “EHI! SVEGLIATI!!!STAI FACENDO UNA CAVOLATA!!! L’AMORE NON ESISTE!!!”

E non venitemi a dire che mentre state per premere il tasto “invio” una voce dentro di voi, la voce della razionalità ormai sopita da tempo, non urla cavernosa “Te ne pentirai!“. Io ho una variante: “Te ne pentirai AMARAMENTE” ed ha la voce di mia madre.

L’innamoramento ci fa fare cose folli, come annusare una maglietta indossata da un’altro e cercare di farlo fare pure alle amiche! Oppure ammorbare queste ultime con dichiarazioni di disperazione per poi esprimere la gioia più insopportabile quando si riesce a strappare un timido cenno di interessamento dell’oggetto del desiderio. E per timido accenno intendo una faccina con sbadiglio in risposta ad un messaggio mandato nove ore prima sulla chat del social network di turno.

Questa condizione di rimbambimento fa diventare monotematici, si rapporta tutta la propria vita, le scelte, gli umori, ad un’altra persona e si spera che anche lei faccia lo stesso. E se così non è, si passa il tempo a chiedersi perché non succede.

Ebbene, se la testa funzionasse in questi momenti, ci darebbe tre possibili spiegazioni:

1)     ti ama di meno, ovvero non é innamorato ma ti vuole bene, del resto sei simpatica come un cucciolo, magari ti stima;

2)     non ti ama proprio e gli sei indifferente per quanto si sforzi di stimarti;

3)     non conosce il tuo nome. E qui non continuerei a spiegare che è meglio.

Però quanto detto sopra non è la norma, potremmo trovarci di fronte ad un sentimento ricambiato, e allora ci accorgiamo di una cosa: l’amore ricambiato non é intenso e saporito come quello non corrisposto.

La disperazione del rifiuto, esplicito o implicito,  soddisfa un intimo  e inconfessabile masochismo che quasi tutti abbiamo. Ammettiamolo, il sapore dolce amaro della mancanza di certezza e della conseguente speranza, la possibilità di riuscire in un’impresa che ci vede protagonisti contro il destino, le circostante, le tre fidanzate che ha contemporaneamente, ha un fascino che una relazione fatta sul reciproco scambio di sentimenti non sa dare.

Un amore corrisposto e felice è noioso, avete mai sentito parlare di Cenerentola o Biancaneve dopo che si sono sposate? Per non parlare di Raperonzolo, che sicuramente si è tagliata i capelli a zero.

Così io mi sono resa conto che voglio fare la Sirenetta, compresa di lisca e pinne, o al massimo la “Piccola fiammiferaia”, auspicando di sopravvivere alla notte, anche se incompresa e con un solo fiammifero, che mi terrò ben stretta proprio perché non fumo.

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