Non ce la posso fare: sono finite le ferie.
Detta così non sembra poi così tragica: in realtà se sono finite vuol dire che le ho fatte, ma se andiamo ad analizzare con più attenzione la situazione, mi accorgo che invece lo stato delle cose è peggio di quello che sembra. Il ritorno a casa, infatti, implica la ripresa di una serie di relazioni sociali e professionali, ma soprattutto “elettrodomestiche” che non mi sento in grado di riprendere.
E’ un dato di fatto che, se gli elettrodomestici hanno goduto come me delle ferie, non avendo dovuto lavorare in mia assenza, non ne sono tornati più rilassati e propensi al dialogo, anzi, sembra che vogliano farmi pagare un ipotetico abbandono complicando e affaticando tutte le inevitabili azioni del rientro.
Ma mi spiego meglio, partiamo dall’aspirapolvere. Questo evidenzia un misterioso accumulo di polvere in tutta casa, che si dimostra stranamente sporchissima, come se mancasse chi fa le pulizie da un mese. Effettivamente mancava, ma ciò non toglie che avrei sperato che, non usandolo, il pavimento si mantenesse un po’ meglio. Invece fastidiosi rotolini di polvere e schifezze sbucano improvvisamente dagli angoli bui della casa a rinfacciarmi che è finito il tempo dei miei divertimenti diurni, ovvero che mi tocca spazzare e non poltrire su un lettino in riva al mare.
La lavatrice è animata da un’indisponente voglia di fare. Complice la compagnia di un nuovo stendino, sembra rinata in un’irrefrenabile voglia di lavare, così i panni sporchi si sono riprodotti come fossero conigli e ora ho il doppio dei lavaggi da fare, sembra quasi che si siano sporcate anche le cose che stavano piegate nell’armadio, così, per solidarietà con quelle che escono dalle valigie.
La bilancia, anche lei, come sempre del resto, cospira contro di me. Riporta un peso non conforme alle mie aspettative e men che meno corrispondente a quello di partenza. Sta chiaramente facendo di tutto per sabotare la mia voglia di vivere e condizionare la lista della spesa.
La lavastoviglie è nuova, ancora si deve ambientare, quindi non ha particolari pretese, vuota era alla partenza e vuota sarà finché non finirò la dieta imposta dalla bilancia.
Il phon gonfia ancora di più i capelli sfibrati dal sole, contribuisce all’effetto microfono dei ricci e sottolinea l’inutilità di usarlo a queste temperature perché l’asciugatura “al naturale” mi salverebbe dalla sua stizza.
Il frigo non ha pietà, butta fuori tutto il suo astio sotto forma di puzza di formaggio. E’ bastato lasciarlo solo per un mese con un pezzo di grana padano e lui si è offeso talmente tanto da ribadirlo ad ogni apertura di sportello. Solo piegandomi al suo lavaggio ha dimostrato una certa propensione a dimenticare l’affronto, ma evito di aprire il freezer per non rivangare altre vecchie ferite che potrebbero inasprire di nuovo il nostro rapporto.
Il televisore, orfano di SKY perché ho disdetto l’abbonamento prima di partire, era quello che mi preoccupava di più riguardo alla sindrome d’abbandono. Ha invece dimostrato una sorprendente forza di carattere adattandosi con prontezza alla tv generalista e dimostrandosi anche capace di apprezzare il riposo forzato dato dalla spina staccata.
Mentre il tostapane mi sputa briciole senza pietà e mi invita a lavarlo scorrettamente così potrò prendermi la scossa al prossimo utilizzo, ammetto che con il ferro da stiro, infine, non ho ancora avuto modo di parlare, e sinceramente eviterò finché potrò un contatto diretto. Con lui non ho mai avuto un vero dialogo, non abbiamo mai imparato a capirci, quindi non mi farò scrupoli e approfitterò dell’intermediazione di professionisti più competenti di me, che sapranno come gestirlo e renderlo di nuovo serenamente produttivo.
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