Ho seguito un corso di formazione professionale obbligatoria. Un corso di un’intera giornata fatto in un posto inadeguato da gente volenterosa. Talmente volenterosa che ho anche imparato qualcosa, ma non sull’argomento del corso, bensì sulle cose da non fare mai quando se ne organizza uno.
Mi sembra quindi giusto condividere con voi le mie nuove conoscenze. Se mai vi dovesse capitare di trovarvi coinvolti nella realizzazione, a pagamento, di un evento che prevede la presenza di tanti sconosciuti vi dono questi consigli:
Contare le sedie della sala e verificare che siano abbastanza per i partecipanti. Di solito ci si vuole sedere quando si deve stare otto ore in un posto e quando non ci si riesce si diventa abbastanza irritabili.
Non mettere le proiezioni alle spalle della platea. Ovvero non posizionare lo schermo sul lato opposto rispetto al palco da cui parlano gli oratori costringendo il pubblico a girarsi avanti e indietro come fossero ad una partita di ping pong tra Forrest Gump e il campione cinese.
Non date diritto di voto sull’accensione o spegnimento dell’aria condizionata. Ci sarà sempre quello a cui arriva sul collo e quello che ha caldo. E quando si invertiranno il posto le lamentele non finiranno: l’aria sarà troppo calda o farà freddo nei punti più lontani della sala.
Ma il quesito sull’aria condizionata rappresenta la base di un discorso più generale sul tema della democrazia. I corsi di formazione non possono essere democratici, non ci si può mettere d’accordo su quanto deve durare la pausa pranzo né fissare di comune accordo l’orario di chiusura. Si rischia che i partecipanti vadano a mangiare in ristoranti a mezz’ora di macchina dalla sala, oppure di avere una fuga improvvisa di pubblico almeno due ore prima del previsto, lasciando sicuramente almeno due oratori al triste destino di parlare alle sedie vuote. Inoltre, in un clima democratico, ci vuole un attimo a perdere il microfono e a trovarsi con un partecipante che ci racconta un aneddoto assolutamente fuori tema mentre il relatore cerca disperatamente di riprendere il controllo.
Da qui un’altra massima fondamentale: non si deve bisticciare tra relatori, ovvero non intromettersi quando il relatore in scaletta ha perso il microfono e cerca di riprenderselo, a meno che non si passi alle maniere forti e non tocchi mettersi in mezzo per dividerli ed impedire che finisca tutto a colpi del medesimo oggetto contundente sulla testa. Spesso infatti il soggetto principale, il relatore defraudato dell’attenzione che merita, inizierà a litigare con platea e altri colleghi in un conflitto generale di difficile soluzione.
Non usare mai materiale che può essere di qualche spettatore se hai intenzione di fare dei case history che partono dalla negatività. A farla breve, se è un corso di formazione professionale, quelli a cui fai il corso sono dei professionisti e i professionisti a volte vengono a fare il tuo corso. In questo circolo vizioso quindi può capitare di fare gaffe pericolosissime che rischiano di scatenare risse peggiori del furto del microfono. Purtroppo il soggetto che ritrova il suo materiale nel filmato potrebbe avere un brutto carattere, alzarsi in piedi e far notare al docente che sarà meglio per lui far vedere tutte le sei ore del documento e poi concedergli il diritto di replica prima di pensare solo di continuare su quell’argomento. Naturalmente seguirà comunque una bagarre in cui entreranno moderatore, altri relatori, amici del professionista, altri professionisti ma su altri argomenti, qualcuno che passa là per caso.
E’ poi importante ricordarsi che, quando le acque si saranno calmate, forse non sarà il caso di presentare altri interventi che parlano di argomenti simili, perché lo stesso soggetto potrà intervenire con “i suoi 25 anni di esperienza professionale” citando l’episodio appena concluso a confronto e ricordando ad ogni occasione che non vuole assolutamente fare polemica e che trova tutto molto istruttivo.
Infine, se si cede e si concede di uscire due ore prima della fine effettiva del corso, conviene nascondere il foglio delle firme in un angolo buio e riparato della sala e non al centro del palco dei relatori. Questo per due motivi: il primo è che tutti saranno invogliati a firmare quando vedranno il formarsi della fila, è una tentazione irresistibile mettersi in coda quando se ne vede una, il secondo perché la lotta per conquistare la libertà da quell’inferno bloccherà i lavori e rischierà di travolgere senza distinzione e pietà i poveracci che devono ancora presentare i loro interventi e i saputelli delle prime file (che nascondono sempre amici e parenti degli organizzatori quindi restano sempre fino alla fine).
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