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Come un Panda. La dura vita del single


Ora lo dico ad alta voce: sono single. Si è vero, suona malissimo … si capisce proprio che mi manca qualche cosa. Ecco perché non lo ammetto mai e uso questo termine solo se proprio non riesco a farne a meno. Se un single dice che sta bene e che non vuole stare con nessuno, beh, vi prego di andare a leggervi, qualora non la ricordiate, la favola di Esopo “La volpe e l’uva”.

Esistono diversi tipi di single, c’è quello che lo è “per scelta”, ma non sua, di qualcun altro. Ovvero è innamorato di qualcuno che non lo vuole minimamente o che peggio, lo fa sperare e non si decide mai. Poi c’è il single “per necessità”, e qui parliamo della persona lasciata alla fine di una relazione che si guarda intorno disperata cercando qualcuno per riempire quello strano vuoto che si porta dietro e che non capisce. Poi c’è il single “per finta”, ovvero quello che ha una relazione segreta e che, non potendola confessare, dice a tutti di stare da solo. Quest’ultimo è quello che, paradossalmente, rosica di più, perché lui potrebbe stare nel gruppo di quelli accoppiati, socialmente sicuramente i migliori, e invece gli tocca stare tra gli “sfigati”.

Dico che gli accoppiati sono socialmente i migliori perché, non so a voi, compagni solitari, ma a me è capitato più di una volta che le persone che sono venute a conoscenza di questa condizione mi abbiano guardata come avessi una malattia, anche ritraendosi leggermente, come fosse contagiosa, e dopo un sospiro contrito a volte mi hanno anche chiesto “Come mai?“.

A questa prima fase, ovvero l’acquisizione dell’informazione, ne segue una seconda, ovvero la ricerca della soluzione del problema. Perché gli interlocutori danno per scontato sia un problema! Non é infatti concepibile che si possa sopravvivere senza l’altra metà della mela, senza una persona che ci condizioni in ogni momento, che diventi il fulcro della nostra vita che, insomma, rappresenti il sogno romantico nel quale io ho smesso di credere da tempo.

Così, a questo punto, i vostri interlocutori, a volte infelicemente accoppiati, iniziano a pensare a tutti gli altri single che conoscono e voi vi ritrovate come il panda di uno zoo che aspetti l’arrivo di un altro  panda per formare la nuova famiglia felice che preserverà la razza dall’estinzione e il parco dalla chiusura.

Anche ieri mi è successo. Il marito di una mia amica aveva deciso di piazzare un suo amico single. A dire la verità cerca di piazzarmelo ogni sei mesi, ovvero ogni volta che abbiamo il bene di incontrarci, ed io ogni sei mesi subisco questo assalto emotivo.

Inizia col presentarne le qualità: automunito, casa di proprietà a Ciampino, amante del mare, fisicamente prestante. Sul fisicamente prestante lo blocco subito, io ho degli standard molto rigidi, sotto il metro e 84 cm non li vedo neanche. Lui ci pensa e dice:”un metro e 75.” Io alzo le mani e chiarisco subito: “Mi dispiace, è basso, non va bene“, sperando che la discussione sia finita là, invece prosegue.

Il mio amico infatti inizia a decantare il restauro che il soggetto single ha appena fatto alla sua casetta “fuori porta”, e dopo aver armeggiato col cellulare mi sottopone una foto del fantastico divano che ha comprato dicendo: “ama molto il bambù“. Sorvolo sulle frasi perfide che mi sono passate in testa nel giro di 10 secondi, vi dico solo che per me l’argomento arredamento è sacro, non posso pensare di vivere in una casa che abbia anche un solo mobile in bambù, figurarsi di sedermi su un divano fatto in questo stile etnico adatto ad un giardino di Bali, e non ad una casa romana.

Trattengo il brividino di orrore e cerco di portare l’argomento sulle birre artigianali, nonostante la mia famosa astemia, ma lui a questo punto sferra l’arma segreta. “Guarda che è intelligente“. Ecco, un aggettivo utile riferito ad un uomo: ”intelligente”, capisco subito quanto é grande la fregatura. Quando di una donna dicono che è “simpatica” vuol dire che è brutta come una caduta dalle scale, quando di un uomo dicono che é “intelligente” sicuramente non è ricco.

Quindi scatta la domanda di rito: “E cosa fa nella vita?” il mio amico beve un sorso di birra, sicuramente per prendere tempo, perché ormai è conscio all’improvviso dell’errore tattico, e dice cercando di essere disinvolto: ” Non so, per ora non lavora.”

Ora, signore mie (e dico signore perché voi sicuramente mi capite), s’è mai sentito dire da una donna che cerca il “Non si sa bene che fa Azzurro?”, mi pare di no, mi pare che qualunque donna, a conti fatti, cerchi il “Principe Azzurro”, vai a capire il motivo…

 N.B. Non ho rivelato a quale categoria di single appartengo io perché al momento della pubblicazione potrei non essere più single, o essere un single “per finta”, ma meglio chiarirlo, metti che mi legga qualcuno che mi interessa…

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