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Chi bella vuol apparire un po’ deve soffrire…


Come ben sapete io sono un tipo pigro, e pigro é spesso sinonimo di trascurato. Mi fa fatica gestire tutti i peli che si ostinano a crescere, mi fa fatica spalmare la crema alle mandorle per idratare le mani ed eliminare le pellicine, per non parlare delle diverse altre creme per ogni parte del mio corpo, dal gomito con la pelle un po’ secca alla rassodante per le gambe. Eppure circa due volte l’anno la femmina che è in me si sveglia e grida vendetta, costringendomi a compiere in un pomeriggio quello che avrei dovuto fare in due mesi.


Con l’inizio del 2012 ho avuto il primo episodio, che ha compreso, in un pomeriggio, manicure, smalto semipermanente, sopracciglia, pulizia del viso, trattamento viso idratante  comprensivo di massaggio. Ma andiamo con ordine, partiamo dalle mani.

Da alcuni mesi è arrivato sul mercato un prodotto geniale che ti permette di metterti lo smalto e fare in modo che non si sbecchi e non si rovini dopo due secondi che è stato messo. Non è il gel, fate attenzione, é una cosa a metà strada, metti le dita in quello che io chiamo “il fornetto”, una lampada dalla luce blu che asciuga all’istante come per il gel, ma nello stesso tempo il prodotto si mette come lo smalto.

Ne ho sentito parlare, l’ho visto, e ho deciso di provarlo. L’idea di far durare lo smalto più di 12 secondi mi procurava un brividino di piacere inusitato. Dopo la manicure di routine, in cui per togliermi le pellicine che non sapevo di possedere scopro di avere un’eccessiva sensibilità lungo i bordi delle unghie, si passa ad un’analisi approfondita delle stesse. Grazie a Dio non me le mangio, ma mi si spaccano lo stesso, credo sia colpa della tastiera che uso così frequentemente, quindi le ho corte.  Purtroppo una si è appena sfaldata e deve essere ricostruita, ovvero: ti mettono una sorta di resina e ti fanno infilare il dito nella lampada.

Prima di metterlo ti dicono: “brucerà un po’”. Ebbene, è come ti mettessero la punta delle dita sulla fiamma del gas per 10 secondi, se resisti sistemi il problema, altrimenti é più sano che tu decida di tenerti le mani da muratore. Trattengo la lacrima.

A questo punto bisogna prendere LA DECISIONE: che colore usiamo? Detta così sembra semplice, ma si deve ragionare bene, è sempre uno smalto che da sola non posso togliere e che mi potrebbe durare dalle due alle tre settimane.

Guardo in giro ma non trovo aiuto, poi dico: “Scuro“, l’estetista alza il sopracciglio e ribatte: ” Che scuro?“. Ma ho la risposta: “Che non sia brillanti nato”. Ho visto, infatti, una versione di questo smalto che sembrava una galassia e so già che mi stuferà al secondo giorno.

Ahi ahi”, fa lei, “allora abbiamo poca scelta, o il brown o un rosso Salaria”.

Quindi mi pone davanti a questo bivio: o mani “de’ merda” o mani “da mignotta”. Non ho dubbi, mani da mignotta, ha vinto il rosso Salaria.

Segue questo lungo processo: primo strato trasparente e poi sotto la lampada, primo strato rosso e poi sotto la lampada, secondo strato rosso e poi sotto la lampada, un’altro smalto trasparente con altre proprietà  e poi sotto la lampada, poi una strofinata non so con cosa e le mani sono finite!

Per chiudere ti fanno un massaggino con un sale misto a crema che ti fa da scrub ed idratante e che dimostra la magia: lo smalto è asciutto come lo avessi fatto il mese prima. Tranne nel mio caso, perché una delle dita non é venuta bene e tocca rifarlo, proprio come succede con lo smalto normale.

Guardo le mie dita splendide e penso “Ecco un’altra schiavitù, ogni tre settimane, dopo i capelli avrò pure queste da sistemare“, ma infondo la vita non é fatta di scadenze, obiettivi e necessità?

Passo quindi alla successiva fase del processo di restyling, ovvero il viso. Mi posizionano su un lettino e mi sparano una lampada con lente di ingrandimento sulla faccia. Mi sento come un microbo in un microscopio. La seconda estetista mi tasta la faccia e sospira: “Non va bene, sei secchissima, guarda qui, sembra che ti sei appena fatta la barba.”

Ora, scusatemi, é vero, non mi curo, sono pigra, ma dirmi che ho la barba mi pare esagerato! Non sono riuscita a ribattere perché mi ha ricoperto subito la faccia di due maschere differenti, una alla zucca su naso e mento e una alla papaya sul resto del viso, ci mancavano sale ed olio e avevamo fatto un’insalata.

Dopo alcuni minuti la toglie e mi informa che procederà ad una pulizia solo di naso e mento perché ho la pelle troppo secca nelle altre zone.

E mentre si avvicina con le dita incartate per iniziare l’orrida spremitura mi fa: “Da quanto tempo non la fai la pulizia del viso?”

Io naturalmente mento di getto: “Bah sarà un annetto…”, mentre saranno almeno tre, ma non finisco la frase perché un dolore lanciante al naso mi toglie il fiato.

Il ricordo è talmente doloroso che non ce la faccio a raccontarlo, vi dico solo che mi ha sprimacciato senza pietà mento e naso dicendo che mi faceva male proprio perché non la facevo spesso, mentre io pensavo che proprio perché mi faceva così male la facevo solo dopo che avevo dimenticato il grado di sofferenza che mi procurava.

Dopo la tortura arriva il momento delle sopracciglia, mi guada e mi fa: “Le vuoi ad ali di gabbiani?” Gelo, io ancora sto cercando di recuperare la sensibilità al naso, ho il terrore di dire la cosa sbagliata e trovarmi con le sopracciglia tatuate. “Ecco, magari è eccessivo… Io non le vorrei sottili…

Va bene,” mi zittisce lei, “del resto le ali di gabbiano non stanno bene a tutte”, e si avvicina con la pinzetta.

E pure là ho un attimo in cui vedo solo la luce della lampada e penso che sia quella del tunnel che mi porta ad una vita migliore.

Finita anche questa parte mi annuncia un massaggio al viso. Memore di altri massaggi, mi tranquillizzo e penso che ora verrà la parte rilassante. Invece le mosse partono piano, ma poi aumentano in un movimento centrifugo tale che ad un certo punto mi da letteralmente degli schiaffoni. E mi dice pure: “Ti piace il massaggio?” E io: “In generale si, questo un po’ meno.”

Alla fine di tutte queste botte mi guarda soddisfatta e fa:”Hai un bellissimo colorito, molto naturale.” Ovvero ero rossa per gli schiaffoni, ma secondo lei era la circolazione del viso che era migliorata.

Segue altra maschera, altre creme, ed un discorso che riguarda le rughe, la prevenzione e la secchezza della mia pelle. Quando mi fanno alzare dal lettino benedico di essermi dimenticata di chiedergli se mi facevano la ceretta alle braccia, credo non avrei potuto sopportare altro. Nel frattempo sono calate le tenebre, e mentre passo fugacemente davanti allo specchio mi accorgo di essere un puzzle di chiazze rosse, quindi dovrò muovermi tra le ombre per raggiungere casa, e così dico di si ad ogni domanda senza concentrarmi sul senso.

Forse per questo, quando vado a pagare mi accorgo che oltre ai fantastici trattamento uscirò da lì con una minuscola saponetta idratante da 4 euro per lavarmi la faccia, dei sali da bagno del mar morto per drenare, ma soprattutto una crema idratante adatta alla mia pelle sensibilissima che si arrossa facilmente, soprattutto se la pigli a schiaffoni, da più di 40 euro. Alla fine esce un conto di 160 euro ed io, alla fatidica domanda carta o bancomat rispondo sicura: carta.

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