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Cercasi casa Disperatamente – Di nuovo alla ricerca


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Il tempo passa, i capelli crescono, vengono le rughe e i contratti d’affitto scadono. Così ci si taglia i capelli, ci si abitua alle rughe e si inizia, a due mesi dalla scadenza, a cercare una nuova casa perché un anno di scale, lavatrici indemoniate, testate nei posti più impensati, è stato più che sufficiente per farmi venire voglia di fermarmi e fare un “4+4”.

Ma una casa da “4+4” non è come una casa da “uso transitorio”, vuol dire una casa che sia comoda, che abbia il posto per le tue cose, per i tuoi libri, che ti permetta di arrivare al lavoro in tempi accettabili e di tornare la sera a casa da sola a notte fonda senza paura di incontrare il malintenzionato di turno. In pratica una casa che non esiste, ma io sono sempre stata una che crede all’impossibile.

Così i siti di annunci immobiliari sono diventati di nuovo i miei migliori amici e Portaportese la rivista numero uno del mio portariviste, ma soprattutto ho nuove storie da raccontare.

Voglio iniziare con un annuncio perfetto per me, perfetta la zona, perfetta la metratura, perfetto il budget. Non ci sono foto, quindi chiamo speranzosa il numero di cellulare indicato, ed ecco la prima nota stonata, la voce da ubriaco/cocainomane alle 11 di mattina dall’altro capo del telefono. Il soggetto parte con un tono cafone dicendo che dovevo spiegarmi meglio perché avevo esordito con un “Buongiorno chiamavo per un annuncio di un appartamento” e lui mi aveva interrotto chiarendo che di appartamenti ne aveva tantissimi e io dovevo essere più precisa. Faccio finta di niente e specifico l’appartamento, sono le 11 di mattina, troppo presso per ingaggiare rissa. A questo punto viene la parte esilarante: il soggetto dice che sono 50 anni che fa l’agente immobiliare che la cosa funziona così: lui si prende 500 euro per l’appartamento e se non mi piace entro un anno me ne trova un altro gratis, e quando ci vediamo gli do 150 euro. Io respiro e rielaboro mentre lui ripete che, quando ci vediamo, lui mi porta un contrattino e io gli porto 150 euro. Penso di aver capito male e chiedo secca: “Ma lei vuole 150 euro prima di farmi vedere la casa?” E lui risponde piccantissimo: “E certo, mica la faccio vedere a tutti”. A quel punto saluto e riattacco. Avete bisogno di altri commenti?

Secondo annuncio, bilocale in pieno centro ristrutturato, ci sono le foto, cucina carina, doccia carina, letto carino, ma una cosa strana nella foto della lavatrice, la distanza tra lo sportello e il water sembra di un venti centimetri, quindi mi domando: “Si aprirà? Perché non controllare? ” Chiamo e prendo l’appuntamento.

Mentre aspetto individuo le finestre dell’appartamento dal cartello, sembrano carine come l’idea che avevo, ho un attimo di fiducia. L’agente è puntuale, fa uscire prima di me una signora sui cinquanta che parlotta di vedere altre cose, penso che le opzioni siano due, la prima che ha visto pure lei la lavatrice, la seconda che ho un ostacolo in meno tra me e la casa.

Saliamo le scale, primo piano ma è come un secondo, gradini scomodi, però penso ancora che si può fare. Mentre ci avviciniamo alla porta l’agente mi dice disinvolto: c’è anche il proprietario. E non faccio in tempo a pensare che è meglio vedere subito con chi avrei a che fare che mi si para davanti un quarantenne calvo, alto sul metro e ottantacinque, fisico compatto da rugbista, con la testa stranamente a punta, il collo sostituito da una sciarpa, il pizzetto brizzolato ma soprattutto degli occhietti senza luce che mi fissavano.

Mentre stringevo la mano moscia e sudaticcia vedevo scorrere davanti a me varie scene: caldaia rotta, io che gli telefono e lui che la colpisce con il manico della scopa fino a spaccare il medesimo; banca che ritarda il bonifico dell’affitto, lui con il medesimo manico della scopa che cerca di entrare in casa sfondando la porta; macchia di umidità sul letto con annessa infiltrazione gocciolante, lui che mi dice di dormire in cucina; frigo rotto, lui che mi dice di non mangiare.

Nonostante questi flash non prendo la porta e scappo, ma finisco il giro, a questo punto bisogna avere conferma della lavatrice, così non vedo il letto comodo, l’armadio con il decoupage, il soppalco che può reggere forse due chili di peso, ma vado al water, dritta, e indico la lavatrice con un’ingenuità falsissima e dico: “Ma si apre?” indicando lo sportello.

Il volenteroso agente si finge stupido della domanda, lo apre e si scontra con l’innegabile realtà che lo sportello si spalanca al massimo alla metà e dice “ Certo, è tranquillamente utilizzabile”. In una situazione differente avrei potuto fargli notare che non si potevano caricare le lenzuola, l’unica cosa che a mano non si può lavare, ma sentivo gli occhietti sadici del proprietario dietro la nuca e mi sono resa conto che dargli implicitamente del “purciaro stupido” non era carino, quindi ho assentito e mi sono accontentata di avere una ragione silenziosa.

Così la visita è finita rapidamente, io ho resistito dall’avvertire l’agente immobiliare che, con il proprietario presente, la casa non l’affitteranno mai, e ho preso un altro appuntamento, nel quale sono proprio curiosa di vedere cosa succederà.

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