Quando Dio ha distribuito la diplomazia io ero in bagno. Non vedo altra spiegazione alla mia difficoltà di comunicazione verbale con il mondo. E per mondo intendo, nel bene e nel male, tutti quelli che mi circondano.
Una delle mie migliori amiche è la Pigrizia. La Pigrizia mi capisce e soprattutto non mi lascia mai sola. Si accompagna all’Apatia e mi fa vivere una vita di sforzo continuo per cercare di fare qualcosa nonostante non ne abbia mai voglia.
Non so se vi capita, quella sensazione di pesantezza delle parti inferiori del corpo, che parte proprio dalla parte dei lombi … come dire, a me pesa il sedere, sempre. Mi pesa spostarlo da un punto all’altro dello spazio in cui mi trovo, sia ufficio, sia casa, sia viaggio. Tendo a poggiarlo ovunque sia possibile, sedia, panchina, gradino. Ma amo lo spostamento letto, divano, poltrona. Ritengo sia quello di maggiore soddisfazione.
La Pigrizia mi guida quando devo prendere decisioni importanti, come: quando fare la lavatrice, quando litigare con qualcuno, quando fare il cambio dell’armadio. E mi fa trascinare ed ingoiare dagli oggetti, dalle persone, dalle situazioni, perché non mi va di sprecare tempo e serenità dietro cose che so già me ne faranno solo perdere.
Eppure so che procrastinare rende tutto più difficile, che non prendere quella busta della spazzatura e buttarla potrà portare nuovi inquilini indesiderati nel mio appartamento, oppure piegare quel monte di vestiti mi potrebbe salvare da una valanga che rischia di travolgermi ad ogni passaggio.
Così mi trovo sempre a discutere con la mia parte pratica e razionale, che sa sempre la cosa giusta e il momento giusto per farla, e quella irrazionale, che invece risponde alla domanda “Perché non farla?” con un’altra domanda: “Perché ora?”
E mentre si domandano tra loro mi distraggo, perdo il filo della conversazione mentale e mi ritrovo a scrivere questo pezzo pensando che forse potrei finirlo un’altra volta, mi pesano le dita sulla tastiera e credo che le poggerò un po’ per riposare …
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