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Il mondo è in pericolo (1951)


Dopo anni in cui ha avuto il buon senso di non scrivere romanzi di spionaggio, Agatha ci ricasca e scrive forse la storia più pesante che abbia letto fino ad oggi. Pesante per me perché odio i romanzi di spie, anche se uno dei miei migliori amici li scrive benissimo, eppure non riesco a farmeli piacere, mi annoiano.

Mi annoiano perché c’è sempre un laboratorio segreto con scienziati sequestrati che costruiscono armi di distruzione di massa, ci sono sempre scambi di identità, personaggi che ingannano tutti, Malvagità con la “M” maiuscola e sete di potere che guida le azioni degli uomini. Così i colpi di scena sono scontanti e la storia si arrotola su se stessa diventando come un budino che mi mette acidità.

La storia è ambientata in Medio Oriente, tra Bagdad e Bessora, e vede tra la folla dei personaggi, oltre alla bella protagonista un po’ ingenua ma molto promettente come futura spia anche l’inserimento di un archeologo eroe.

Così ritroviamo la ripresa degli schemi narrativi della gioventù della nostra Agatha che vuole raccontare una storia piena di intrighi e che restituisce un percorso narrativo ad ostacoli che non vedevo l’ora di finire.

Ma ci tengo a precisare che, se si amano i libri di spionaggio il romanzo può risultare gradevole, altrimenti non vi preoccupate, potete andare oltre.

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